I primi a stabilirsi nella regione veronese furono i Liguri e gli Etruschi poi espulsi. Fin dal secolo IV, nell’alta Italia vi erano 14 stazioni di barbari incaricati di custodire i passi più pericolosi delle Alpi e del Po. Forse anche il territorio di Monteforte,per la sua vicinanza alla città, subì gli effetti di tali occupazioni. Al principio del secolo V, i Sàrmati provenienti dall’antica Sarmazia posta nella parte meridionale dell’odierna Russia, sopra il Mar Nero, guidati dal proprio re Alarico, s’impadronirono di Verona e dei suoi dintorni. Riferisce inoltre, Paolo Diacono che anche Alboino, re dei Longobardi, nella seconda metà del secolo VI, discese in Italia conducendo seco molti di nazioni diverse, fra i quali i Sàrmati, popolo barbaro e bellicoso, amante della caccia e della pastorizia. Calati nell’alta Italia, vi si stabilirono e fondarono parecchi villaggi che da essi presero il nome. Fra questi è Sèrmide, in provincia di Mantova, a destra del Po, e Sàrmato, in provincia di Piacenza, pure a destra del gran fiume. Ma anche nel nostro territorio, a poco meno di quattro chilometri dal centro, sorge una contrada con 44 famiglie, Chiesa sussidiaria, edificio scolastico, luce elettrica per le vie non lastricate ma arborate ed un pozzo artesiano che dalla profondità di 70 metri, lancia in alto un forte zampillo d’acqua cristallina, leggera, ferruginosa, fresca d’estate e calda d’inverno, tanto da far invidia a Madonna Verona di Piazza Erbe: “Non ha la vita breve, chi di quest’acqua beve”. E’ tradizione che Sarmazza sia stata fondata da un presidio di Sàrmati, truppe ausiliarie al servizio di Roma, collocate presso la Via Postumia e lungo il corso dei fiumi. Ottennero terre da coltivare, ma in seguito alle invasioni germaniche, perdettero la loro indipendenza e si confusero con le genti vicine. Più tardi accettarono il Vangelo, ricevettero il Battesimo e si civilizzarono. Giova finalmente sapere che i Sàrmati erano divisi in diverse tribù e, fra queste, eravi quella dei Burgundoni, detti poi Bogoni. Tutti i Bogoni di Monteforte ed anche quelli fuori dei nostri confini, provengono da Sarmazza: Chi va piano, va sano e va lontano. I Montefortesi del centro guardarono sempre con l’occhio del prefazio quelli di Sarmazza, per la loro origine oscura, ma essi non se lo meritano. Fratellanza!

( Fonte: Dall’Agnola Sac. Lorenzo – Monteforte d’Alpone: Le origini – il castello – le Chiese – storia – arte – leggenda. Verona 1959 )

 

La Chiesa dell’Assunta

 

Quando, la mattina del 15 agosto 1941, l’Arc. Mons. Signorini, accompagnato dal suo Clero, scese dall’auto per benedire la nuova Chiesa di Sarmazza,da intitolarsi all’Assunta, sul viso di tutti si leggeva una contentezza che non è di ogni giorno. Dopo il suggestivo rito liturgico, egli, al Vangelo della Messa cantata, si congratulò con gli abitanti della contrada, che finalmente vedevano appagati i loro giusti desideri. Nel pomeriggio tenne il panegirico. Fin dal 1928 era stata collocata la prima pietra, ma poi, per cause non previste e non desiderate, i lavori si dovettero sospendere per quasi due lustri. Furono ripresi ed ultimati nel 1940. La superficie coperta risultò di metri q. 210. Il disegno era stato preparato dall’Ing. Livio Martinelli, di San Bonifacio. Fu allora demolita la vicina cappella benedetta dall’Arc. D. Dalla Croce, nel 1906, ma tanto piccola, che i doveva, qualche volta, scoltar Messa co’ l’ombrela, co’ le scarpe, pura tela, su la neve o nel pantan.